I GIRASOLI

Salve a tutti, oggi vorrei parlarvi di un classico del cinema italiano che ho avuto la fortuna di rivedere di recente, “I Girasoli”, un film del 1970 di Vittorio De Sica.

UN ACCENNO DI TRAMA
La vicenda si svolge durante la seconda guerra mondiale. Antonio( Marcello Mastroianni), soldato lombardo di stanza a Napoli, incontra la bella Giovanna (Sofia Loren), una sartina napoletana, bella e provocante. Dopo una breve passione, Giovanna propone ad Antonio, la cui partenza per l’Africa con l’esercito è ormai imminente, di sposarsi per fargli ottenere una licenza matrimoniale. Antonio sembra essere titubante, ma poi accetta e la coppia si trasferisce nel paesino di lui. Nei dodici giorni di licenza i due capiranno di essere fatti l’uno per l’altro, ma intanto la guerra non è finita ed Antonio deve ripartire. Marito e moglie escogitano allora un piano: Antonio si finge pazzo per essere riformato, ma il piano viene scoperto ed è costretto, onde evitare un processo davanti al tribunale militare, ad arruolarsi volontario per la campagna in Russia. A guerra finita, di Antonio non si hanno più notizie, ma Giovanna non si perde d’animo e fa di tutto per ritrovare l’amore della sua vita, persino partire per Mosca. Una volta raggiunta la capitale russa però…

I TEMI
E’ netta la divisione della vicenda in due parti, nella prima riderete, nella seconda _se siete abbastanza sensibili da sviluppare empatia per la sorte dei protagonisti_ sentirete montarvi su l’angoscia , come in un crescendo di tristezza e disperazione . Non è una fiaba, ma la vita. Vita che spesso non riserva _anche al limite di patimenti ed afflizioni (la rovinosa ritirata nelle sterminate e nevose pianure del Don, gli affanni e le ricerche, i viaggi interminabili )_ il lieto fine.

Sentirete lo smarrimento di Giovanna( smarrimento reso in maniera eccelsa dalle rapide inquadrature che sembrano rincorrere la fiumana umana, ignara del dolore di Giovanna) all’uscita di uno stadio russo, nella vana ricerca, tra mille e più uomini, di un volto che abbia le sembianze di quello tanto amato. Un misto di tristezza e speranza davanti allo sconfinato campo di girasoli (da cui prende nome il film), dove ogni fiore è stato piantato sopra la terra che ricopre le salme di morti ingiuste frutto di una guerra altrettanto inutile, ma non quella di Antonio. E poi, quando tutto sembra ormai volgere per il meglio, l’ennesimo colpo basso inferto dalla realtà. Ma non è finita qui, perché gli ultimi fra i patimenti saranno il rimpianto _ rimpianto che spesso si prova per una scelta fatta di fronte ad un bivio della vita_ e la peggiore e più amara rassegnazione che risiede nella consapevolezza di aver fatto quella sbagliata.

GLI INTERPRETI ED IL REGISTA
Non c’è bisogno che io dica la mia su mostri sacri del cinema italiano.

COLLEGAMENTI TEMATICI

Se l’argomento della Ritirata di Russia vi interessa o volete semplicemente approfondire, vi consiglio il romanzo “IL SERGENTE NELLA NEVE” di Mario Rigoni Stern.

E per oggi è tutto, baci e alla prossima