AMELIE…
Amelie è l’antitesi della donna moderna, ma con ciò non intendo certo dire che il film in questione sappia di vecchio e stantio, altro ché… Oggigiorno siamo tutte malate d’ansia perché la società ci impone certi modelli e noi non possiamo far altro che seguirli, conformarci, perché il desiderio di essere accettati è connaturato alla natura umana. Ed è proprio in questo desiderio che, a mio modesto avviso, risiede anche il seme dell’odio per tutto ciò che è diverso, ma non voglio impelagarmi in un discorso che di dottrinale ha ben poco e non ha nulla a che vedere con Amelie. Quello che intendo dire è semplicemente che spesso ci affanniamo a raggiungere mete che ci costano sangue e fatica e sudore ed il compenso per una vita spesa a correre qual è? Basterebbe fermarsi ogni tanto e riflettere su quanto avesse ragione Ungaretti nel dire ” si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”, a riflettere cioè sulla caducità dell’esistenza umana.
Amelie vive un’infanzia solitaria perché il padre, ex medico militare, la crede affetta da una disfunzione cardiaca e , pertanto, decide di affidare la sua istruzione a sua moglie. Unico amico della piccola Amelie è un pesce rosso. Raggiunta l’età adulta, Amelie decide di trasferirsi a Parigi dove lavora come cameriera in un bistrot. Capirete che una persona poco avvezza ai meccanismi e alle dinamiche sociali avrà un approccio alla Candido di volteriana memoria rispetto a quella che è una nuova fase della sua vita. E apprezzerete, sono certa che apprezzerete, il fascino che su di lei esercitano le piccole cose. E’ come se Amelie vivesse sospesa in un universo parallelo dove le cose che la generalità degli esseri umani considera di poco conto acquistano valore e significato . Ed è proprio da un piccolo e a prima vista insignificante accadimento che Amelie decide di dare uno scopo alla sua vita, aiutare gli altri ad essere felice. Durante la sua missione, incontrerà Nino che a sua volta è un abitante di universi paralleli…
UN ABITO CUCITO A PENNELLO
Non c’è discrepanza alcuna tra la protagonista, la genuina Amelie, e tutto l’impianto del film che le ruota attorno. La scenografia e le ambientazioni sono incantevoli e perfettamente riuscite. La stessa grande metropoli francese, Parigi, sembra essere una città a misura d’uomo. La voce narrante sembra raccontare una fiaba, come a sottolineare la natura candida ed infantile della dolce Amelie.
E per oggi è davvero tutto, baci e alla prossima…